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Persy
by Modem – Posted February 20 2012
© Modem

Nato in Israele nel 1978, Yaniv Persy è cresciuto in Sud America, terminati gli studi allo Shenkar College of Engineering and Design, si è poi trasferito a Parigi nel 2007 dove ha collaborato con John Galliano lavorando a stretto contatto con le due figure che all’epoca erano a fianco dello stilista, cioè Steven Robinson e Elisa Palomino. A quella esperienza è seguita la creative direction del marchio Apostrophe e le collaborazioni con nomi importanti come Roberto Cavalli, ma anche Donna Karan e Lanvin. Nel 2009 è nata la Persy Ltd, un marchio a suo nome con il quale sta raccogliendo consensi internazionali, non ultimo l’onore di aprire la prima edizione della Fashion Week di Tel Aviv lo scorso novembre. Abbiamo incontrato il designer.

Prima di tutto quando ha deciso che la moda sarebbe stata la tua carriera? Come ha iniziato?

Y.P. La moda ha sempre avuto un posto centrale nel mio cuore, sviluppare una mia estetica è qualcosa che ho sempre avuto in testa sin da piccolo. Come poi la moda sia diventata la mia carriera è una storia divertente. Dopo aver lavorato per due anni per una società di software, ho deciso di trasferirmi a Tel Aviv, stavo cercando un'opportunità di lavoro nella moda e ho deciso di gestire uno dei negozi di una grande catena in Israele. Lentamente ho imparato tutti gli strumenti necessari, molte celebrities sono diventate mie clienti regolari e tante persone hanno riconosciuto il mio talento nel vestirle. È stata la mia assistente, che era più grande di me, a iniziare a sottolineare come le mie capacità fossero sprecate lì, un po’ di tempo dopo ho avuto la notifica dallo "Shenkar College" di essermi iscritto all’esame di ammissione, a quanto pare la mio assistente aveva fatto la richiesta per me! Tutto il resto è storia.

Hai vinto molti premi importanti e accumulato esperienze in tutto il mondo. Quale è il momento più importante nella sua carriera fino ad oggi, secondo lei? Quale il ricordo più caro legato al lavoro?

Y.P. Senza dubbio vincere premi è un valore aggiunto al tuo lavoro, è stato un modo per aumentare la mia riconoscibilità. Mi è stato assegnato il premio per “Modern Femininity” in occasione dei LCDA Awards del 2006 e sono stato premiato come "Promettente giovane designer israeliano" agli I.C.E Awards del 2007. Il primo ha evidenziato una caratteristica importante del mio lavoro, cioè gli abiti decorati e quei pezzi così ricercati, di abilità artigiana nel ricamo a rete, hanno permesso il mio riconoscimento come designer, hanno mostrato le mie abilità all’industria della moda e ai nomi più noti di questo settore.

Dopo importanti collaborazioni, ha deciso di creare una sua linea, può dirmi da che tipo di input personali e creativi è nata?

Y.P. Ho imparato molto da tutte le collaborazioni, ognuna è stata un'esperienza diversa e mi ha influenzato come designer. Il mio passato è sempre una parte delle mie creazioni e io cerco di amalgamarlo con le competenze che ho guadagnato. Ho imparato molto sul drappeggio e sulla sartorialità, inoltre penso che più della tecnica, è stato per me importante conoscere la cultura, le persone, luoghi e linguaggi diversi, che mi hanno fatto crescere e permesso di decidere di creare la mia linea.

Può raccontarci qualcosa sulla nuova collezione per l’autunno/inverno 2012-13?

Y.P. È molto speciale per me, per tante ragioni. È la collezione più grande e più incisiva mostrata sino ad oggi dal marchio, espone completamente la mia visione come designer e unisce un sacco di elementi classici con singoli forti momenti. La collezione è ispirata alla fiaba "The Fisherman and his Soul" di Oscar Wilde. Tutto è iniziato quando sono andato a Jaffo, dove durante il giorno si riuniscono tutti i pescatori, ho immediatamente iniziato a scattare foto e qualcosa di quegli elementi mi ha ispirato. Tutti i materiali usati sono linkati ai pezzi in macramè fatti a mano e all’uso degli uncini e ho deciso questa stagione di rendere la rete in macramè più futuristica, rispetto alla scorsa stagione, dove tutto aveva un approccio più organico e tribale. Abbiamo tradotto il rapporto tra gli aspetti magici del mare, la sua anima, le atmosfere che suscita e la figura del pescatore. Le silhouette sono state influenzate dal ‘new look’, da atmosfere anni cinquanta, tagli grafici, combinati con uno spirito di ribellione. Amo sempre suscitare quella sorta di tensione che si crea fra ciò che lo sguardo riesce a cogliere immediatamente e quello che invece necessita una seconda occhiata.

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Recentemente ha inaugurato la prima settimana della moda a Tel Aviv. Potrebbe dirci qualcosa su quell'esperienza?

Y.P. Il mio è stato il primo show dopo 30 anni che non c’era una fashion week a Tel Aviv, per me è stato molto eccitante e un grande onore essere parte di questo evento. Penso sia stata anche un’ottima scelta mostrare la mia quarta stagione, per l’autunno/inverno 2012-13 in anticipo sui tempi a Tel Aviv, specialmente con tutta la stampa internazionale venuta ad onorarci.

Come è la scena di moda ora in Israele?

Y.P. Israele ha molti artisti di talento e designer, credo che il fashion system mondiale abbia dato un sacco di riconoscibilità a un gran numero di israeliani. Come Paese soffriamo molto per il clima caldo, pertanto molti degli stilisti fanno un uso specifico dei tessuti, non sempre adatti per la scena internazionale.

Che cosa sta progettando per il futuro?

Y.P. Io vivo giorno per giorno, non amo la pianificazione, preferisco sognare. il mio sogno, la mia sfida personale, si è avverato, ora aspetto quello che verrà in più, anche inaspettatamente.


Stefano Guerrini ©modemonline

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